Questo è un articolo dell’Atlante elettorale della Società Italiana di Studi Elettorali (Sise) che – in collaborazione con Repubblica – offre ai lettori una serie di uscite settimanali in vista delle elezioni europee dell’8-9 giugno 2024.

 

Tra esiti previsti e altri inaspettati (o quasi) anche gli italiani hanno contribuito all’elezione del nuovo Parlamento europeo. Come in passato, il caso nazionale mostra alcune specificità che avevano già preso forma durante la campagna elettorale permanente. Una campagna che si è giocata guardando anzitutto all’Italia, con l’UE sullo sfondo

Il referendum sul “vota Giorgia” (non diverso dal “vota Silvio”). Il dibattito e i pasticci sui capilista che non sarebbero andati in Europa. Il derby interno alla coalizione di governo (Lega vs Forza Italia) per misurare i rapporti di forza. Il malumore tra il Salvini “nazionale” e lo zoccolo “nordista”, ribadito da Bossi, il fondatore della Lega (Nord), che a urne aperte ha dichiarato “voterò Forza Italia!”. Le incertezze del dopo-Berlusconi, che ha continuato a vivere nel simbolo. I faccia a faccia bloccati dall’AGCOM, dove forse si sarebbe parlato di Europa, in Tv, il mezzo ancora più seguito durante le campagne. E poi la “par condicio” e l’anacronistico silenzio elettorale, al tempo di Internet. Da ultimo, ma non meno significativo, la prima volta del voto “fuori sede” (solo per studenti).

Al solito, a ridosso dello spoglio, i leader, quasi tutti, hanno rimarcato i tratti performanti del loro partito, scegliendo il termine di confronto più conveniente.

Ma l’astensione – una non-novità, visto il trend – ha superato la metà degli aventi diritto, andando al di là dei timori dei più pessimisti. Erano elezioni di secondo ordine, ma rispetto al 2019 sono mancati oltre 4 milioni di voti. Le ragioni, come sempre, sono diversificate. Non solo un (non)voto contro o per disincanto. Molti elettori erano fisicamente impossibilitati (anziani o “fuori sede” per lavoro). O perché nessun candidato gliel’ha chiesto, direttamente, nelle cinque estese circoscrizioni. E, va sottolineato, in molte città la partecipazione è stata fortemente stimolata dall’Election Day: il voto locale in quasi la metà dei comuni italiani. Altrimenti sarebbe stata ancor più bassa. Permane il dualismo Nord-Sud, come mostra la geopolitica dell’astensione.

 

Mappa 1. Partecipazione elettorale nei comuni (decili, valori %)

Fonte: elaborazioni Osservatorio elettorale LaPolis (Univ. di Urbino)-Demos-Demetra su dati Ministero dell’Interno

 

Inoltre, il consenso raccolto dai singoli partiti andrebbe comparato non solo con il dato percentuale (e non solo con le Politiche 2022), ma anche con il numero dei voti, per meglio valutare l’attrazione di leader e partiti.

Come sempre, vincitori e vinti si definiscono sulla base delle asticelle pre-elettorali. Allora, Meloni ha sicuramente confermato il consenso del 2022, il suo ruolo di e nel Governo. Ha vinto anche Schlein, andata oltre le aspettative, ponendo il PD al centro del “campo largo” e consolidando la sua leadership nel partito.

Il M5S ha sempre brillato poco nelle elezioni europee, per storia e struttura, ma anche per l’impossibilità di promettere politiche di protezione sociale (lasciando così spazio a Elly).

Tajani e FI, anch’essi vincitori. Nonostante la bassa affluenza nella roccaforte meridionale l’asticella del 10% è stata sfiorata. FI si è collocata (di poco) sopra la Lega, aggiudicandosi così il derby governativo. Inoltre, Tajani, vista la crisi dell’asse franco-tedesco, ha l’opportunità di accreditarsi come referente dei popolari europei: un risultato non scontato. Le ambizioni di Calenda e Renzi sull’elettorato berlusconiano, almeno per ora, rimangono in stand-by.

Salvini ha vinto a metà: sicuramente la scelta di candidare Vannacci ha funzionato. Con mezzo milione di preferenze il generale ha staccato gli altri candidati leghisti. Il risultato, invece, è meno entusiasmante. Ma lo stesso vice-premier lo ha interpretato in chiave positiva, perché più elevato del voto alle Politiche 2022 (certo, il 34% del 2019 è ormai un lontano ricordo).

Altrettando interessante è il dato di AVS, peraltro la lista più votata da quanti hanno approfittato del “Io Voto Fuori Sede!”, dopo le campagne di advocacy e (good)lobbying di questi anni. Si tratta di un piccolo segmento elettorale (17mila votanti circa), ma importante dal punto di vista simbolico, perché è un voto generazionale, ambientalista, attento ai diritti umani (effetto Salis?) e meno attratto dalla destra.

La mappa dei vincitori offre un’Italia con segni di continuità. Il Pd, granulare, in alcune province del centro e lungo la via Emilia, in Sardegna e nel Sud. FI colora la Sicilia di azzurro. Scompare il verde della Lega: primo partito solo in provincia di Isernia. Il giallo pentastellato si riduce a poche macchie nel meridione. L’Italia si ri-dipinge del blu FdI, allargandosi verso Sud.

 

Mappa 2. Primo partito nelle provincie (decili, valori %)

Fonte: elaborazioni Osservatorio elettorale LaPolis (Univ. di Urbino)-Demos-Demetra su dati Ministero dell’Interno (https://lapolis.org/pubblicazioni/elezioni-europee-2024-primo-partito-tutti-i-partiti/

 

Cosa succederà in Italia dopo questo italianissimo voto europeo è un grande rebus.

Il “campo largo”, aritmeticamente, pesa quanto l’alleanza di governo. Ma vi sarà un calcolo politico in questa direzione? Per il Governo, uno dei pochi premiati in Europa – si veda la sconfitta di Orban -, continua la luna di miele. Ma il tonificato sovranismo europeo che influenza avrà su quello nazionale? Su confini, emigrazione, politiche economiche e di welfare? E l’autonomia differenziata (tra le altre riforme in programma)?

Il timore è che i molti vincitori e il compiacimento per il voto, misurato in percentuale, porteranno a trascurare lo sforzo di ravvicinare il valore dell’Europa all’Italia e di riconciliare gli italiani con le urne.

 

NOTA: I materiali riportati nell’articolo sono parte del progetto Mapping Elezioni Europee 2024, curato dall’Osservatorio elettorale LaPolis (Università di Urbino Carlo Bo), Demos e Demetra Opinioni.net srl. Tutte le analisi all’indirizzo https://lapolis.org/pubblicazioni/mapping-europee-2024-sommario/

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