di James L. Newell 

(english version)

 

All’indomani delle elezioni del Parlamento europeo dell’8 e 9 giugno, l’Italia appare un Paese più nettamente diviso tra destra e sinistra di quanto non lo fosse mai stato, almeno a partire dal 2013. Tra i partiti di governo, rispetto alle elezioni politiche del 2022 si registra un incremento di quasi il 3% dei consensi per il partito di Georgia Meloni, che raggiunge il 28,8% dei voti (Tabella 1), con anche un leggero aumento (dal 59,3% al 60,4%) del peso di Fratelli d’Italia all’interno della coalizione di destra. Tra i partiti di opposizione, la concentrazione di consensi sul partito maggiore è invece molto significativa: il Partito Democratico (PD) ottiene il 24,1%, con un incremento di 5 punti il risultato delle politiche e aumentando decisamente il suo peso tra le forze del cosiddetto “campo largo”1, dal 50,2% al 58,4%. Un’ulteriore indicazione dell’accresciuta tendenza bipolare tra gli elettori italiani si può cogliere dalla perdita di consensi delle formazioni sia centriste (guidate da Matteo Renzi e Carlo Calenda) che di più problematica collocazione ideologica (quelle guidate da Giuseppe Conte ed Emma Bonino, la cui formazione peraltro era apparentata in questa occasione con lo stesso Renzi). 

 

Tabella 1 Elezioni del Parlamento europeo 2024: risultati in Italia 

Lista  Gruppo parlamentare  Voti (no.)  Voti (%)  Seggi 
Fratelli d’Italia  Conservatori e Riformisti Europei  6,724,382  28.8  24 
Partito Democratico  Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici  5,637,522  24.1  21 
Movimento Cinque Stelle    2,332,160  10.0  8 
Forza Italia-Noi moderati  Partito Popolare Europeo  2,243,318  9.6  8 
Lega  Identità and Democrazia  2,098,765  9.0  8 
Alleanza Verdi e Sinistra Italiana    1,584,107  6.8  6 
Stati Uniti d’Europa    882,162  3.8   
Azione    784,225  3.3   
Pace Terra Dignità    516,412  2.2   
Altri    577,568  2.4  1 
Totale    23,3829,621  100.0  76 

 

Source: la Repubblica, https://elezioni.repubblica.it/2024/europee/8-giugno/italia/  

Note: 63,826 sezioni su 63,905, aggiornamento ore 19:37, 11 Giugno 2024 

 

 

Sia le forze politiche di destra che quelle di sinistra hanno quindi avuto ognuno qualche motivo per festeggiare. A destra, tutti e tre i partiti di governo possono vantare una sorta di vittoria. Oltre a FdI, Forza Italia (FI), apparentata con “Noi Moderati”, ha ottenuto il 9,6%, superando così il terzo partito, la Lega: una sorta di conferma che il partito fondato da Silvio Berlusconi è in grado di ottenere ancora risultati apprezzabili, nonostante la scomparsa del suo leader carismatico. Anche la Lega, con il 9,0%, ottiene un risultato leggermente migliore rispetto al 2022, nonostante le aspettative fossero meno rosee – il che suggerisce che la leadership di Matteo Salvini – la cui posizione era sembrata in pericolo in caso di una eclissi significativa nel confronto con FI – resti ragionevolmente stabile, almeno per il momento. A sinistra, accanto al rafforzamento di Elly Schlein, il buon risultato (di 6,8%) dell’alleanza Verdi-Sinistra Italiana (AVS) ha permesso quest’ultima lista di superare agevolmente la soglia di esclusione del 4% e di raddoppiare quasi la quota del 3,6% delle elezioni del 2022. 

A fronte di un generale spostamento a destra nella distribuzione dei seggi del Parlamento europeo e di un’impennata dell’appeal dell’estrema destra in alcuni Paesi (in particolare Francia, Germania e Austria), i veri vincitori della competizione in Italia sono stati probabilmente quelli di sinistra. Dato il calo dell’affluenza alle urne (49,7%, quasi cinque punti in meno rispetto al 54,5% del 2019 e al 63,9% delle elezioni politiche del 2022), in termini assoluti tutti e tre i partiti di governo hanno raccolto meno voti rispetto alle elezioni politiche, pur rimanendo in crescita in termini di percentuali di voto. A sinistra, invece, si è verificato il contrario. Oltre ad aumentare le quote di voto, sia il PD che l’AVS hanno fatto meglio anche in termini assoluti: il primo ha preso circa un quarto di milione di voti in più rispetto al 2022, il secondo oltre mezzo milione in più. 

Per una comprensione esaustiva di questo buon risultato bisognerà attendere i risultati delle analisi post-elettorali basate sui dati dei sondaggi. Tuttavia, non è irragionevole pensare che abbia a che fare, almeno in parte, con il successo della sinistra nel mobilitare i suoi sostenitori in un contesto in cui le elezioni del Parlamento europeo del 2024 erano state intese dai simpatizzanti della sinistra in Italia come un test cruciale per la propria capacità competitiva. I voti, dopo tutto, sarebbero stati espressi nella consapevolezza della massiccia sconfitta subita dai partiti che si contrapponevano alla Meloni nel 2022, della continua vitalità della Meloni nei mesi successivi e del ruolo futuro che poteva rappresentare la posizione di Elly Schlein come segretario generale del PD. Lei, dopo tutto, era una leader con radici nella sinistra radicale che era arrivata al suo posto nel 2023 contro la volontà della maggioranza dei membri del PD che avevano preferito il presidente regionale dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Almeno in parte lo stesso successo di AVS, hanno suggerito i giornalisti all’indomani delle elezioni, ha a che fare con la decisione di schierare una candidata dal profilo insolitamente alternativo: Ilaria Salis, l’insegnante di scuola elementare e attivista di sinistra arrestata nell’Ungheria di Viktor Orbán con l’accusa di aver aggredito tre attivisti di estrema destra nel febbraio 2023. Nei mesi precedenti le elezioni europee, il suo caso aveva suscitato un certo grado di indignazione nell’opinione pubblica, sia per le condizioni di detenzione (le immagini di lei condotta in tribunale incatenata e in catene erano state particolarmente forti) sia per la condanna draconiana (fino a 16 anni di reclusione) a cui rischiava di essere sottoposta. 

Sembrava quindi ragionevole aspettarsi un’opposizione più incisiva al governo Meloni in Parlamento. Questo a sua volta lasciava presagire un rafforzamento dell’opposizione alla proposta costituzionale di punta del Presidente del Consiglio, che prevedeva l’elezione diretta del Presidente del Consiglio; vista da molti come una riforma plebiscitaria e corrosiva dei principi di pluralismo e di checks and balances del sistema politico italiano, e probabilmente soggetta a un referendum confermativo nei prossimi mesi. In termini di stabilità della coalizione di governo, l’esito delle elezioni ha fatto presagire pochi cambiamenti reali, almeno nell’immediato. 

A livello europeo, sebbene il sostegno alla destra e all’estrema destra sia aumentato, resta evidente come le forze mainstream e democratiche abbiano ancora una chiara maggioranza – a cui contribuisce almeno in parte il risultato italiano. Da un lato, la performance molto migliore della Meloni rispetto al 2019 (quando il suo partito aveva preso solo il 6,4%), è servita a ingrossare le file dei “Conservatori e Riformisti Europei”. D’altra parte, ciò deve essere messo in relazione con le perdite della Lega (in forte calo rispetto al 34,3% ottenuto nel 2019) e con i conseguenti limiti posti alla crescita del gruppo di estrema destra “Identità e Democrazia”. Con l’AVS che ha guadagnato seggi in Parlamento insieme a quelli del PD, i progressisti hanno potuto trarre un po’ di conforto da un risultato elettorale che è stato negativo per loro a livello di Europa nel suo complesso, anche se con poche vere sorprese visto quello che i sondaggi avevano previsto per mesi. Se l’aumento dei consensi per i partiti di estrema destra doveva essere interpretato come un’espressione dell’insicurezza e del risentimento popolare, allora si trattava di capire quanto le forze progressiste e democratiche del nuovo Parlamento europeo sarebbero riuscite a elaborare le risposte necessarie per affrontare il malcontento e impedire così che la loro maggioranza si erodesse ulteriormente. 

 

 

 

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